Fino al periodo sovietico c'erano molte di queste vasche, che erano la fonte principale d'acqua della città, ma erano note per la diffusione delle malattie e sono state in gran parte riempite durante gli anni 1920 e 1930. Il Lyab-i Hauz è sopravvissuto perché è il fulcro di un magnifico complesso architettonico, creato durante il XVI e il XVII secolo, che non è stato significativamente modificato da allora.
Il complesso di Lyab-i Hauz, che circonda lo stagno su tre lati, è costituito dalla Madrasa Kukeldash costruita tra il 1568 ed il 1569, che è la più grande della città, ed è situata sul lato nord della pozza; e da due edifici religiosi costruiti da Nadir Divan-Beghi: una Khanqa del 1620, che è un alloggio interno per i sufi itineranti ed una madrasa del 1622 ed è la piccola madrasa Qazi-e Kalyan Nasreddin, ormai demolita e precedentemente situata accanto alla madrasa Kukeldash, queste due strutture spiccano sui lati ovest ed est della pozza.
Oggi il Lyab-i Hauz è uno stagno che viene sepolto dalla vegetazione di alberi secolari. I suoi bordi sono disposti nella forma della scala discendente fatta di grandi blocchi di calcare giallastro.
La storia di questo complesso è strettamente legata al nome di Nadir Divan-Beghi, che era un importante visir. Si dice che quando Nadir costruì il Khanqa, che porta il suo stesso nome, nei pressi del sito del palazzo vi era una grande partecipazione proprietaria da parte di una vecchia vedova ebrea. Nadir decise che il sito sarebbe stato il posto perfetto per un laghetto, ma la vedova rifiutò la sua offerta per l'acquisto della proprietà. Poi Nadir portò la donna di fronte a Imam Quli Khan, nella speranza che l'emiro l'avrebbe costretta alla vendita. L'emiro di Bukhara ordinò un congresso dei mufti di indagare sulla questione. Tuttavia, questi specialisti in diritto musulmano decisero che non c'era modo legale per acquistare la proprietà, se non col consenso della vedova, dal momento che gli ebrei avevano diritti alla pari con i musulmani se avevano pagato la Jizya, detta anche "tassa dei non-musulmani".
Così, Nadir dovette costruire un piccolo serbatoio vicino alla casa della vedova. Ma scavò un canale di irrigazione, per il suo nuovo stagno in modo tale che l'acqua scorresse proprio vicino a casa sua, anche se era più costoso. Presto l'acqua cominciò a minare le fondamenta della casa della vedova. Così quando andò da Nadir per chiedere conto di ciò, ricevette un'altra offerta d'acquisto per un prezzo equo. Ma la vedova respinse il denaro, stabilendo invece le proprie condizioni. Promisi di rinunciare alla sua proprietà se i governanti di Bukhara avessero dato a lei un altro pezzo di terreno con il permesso di costruire una sinagoga. In cambio della tenuta della vedova, Nadir le diede un appezzamento di terreno, che era di sua proprietà, che in seguito venne nominato il quartiere ebraico (Mahalli Kuma).
Presto furono costruiti la prima sinagoga di Bukhara e un grande stagno. La gente iniziò a chiamarli Lyab-i Hauz, che significa in persiano "vicino al laghetto". La data della sua costruzione è all'incirca verso il 1620. Ma la memoria popolare conserva ancora un altro epiteto: Haus-i Bazur, "fatto con la forza".
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