Józef Piłsudski - Polonia


Józef Klemens Piłsudski ( Zułów, 5 dicembre 1867 – Varsavia, 12 maggio 1935) è stato un rivoluzionario, politico e militare polacco.
Leader delle forze armate polacche e (1926-1935) della Seconda Repubblica di Polonia, fu una delle più importanti figure politiche polacche della sua era, ed è considerato il padre della riconquistata indipendenza polacca, 123 anni dopo la terza spartizione della Polonia.
Proveniente da una famiglia della piccola nobiltà polacca, Piłsudski studiò medicina all'Università di Charkiv (Ucraina) ed entrò nel movimento socialista rivoluzionario. Arrestato dalla polizia russa (1900), riuscì ad evadere (1901) e ad espatriare poi in Galizia (allora provincia dell'Impero austro-ungarico). Qui, contrariamente al movimento dei democratico-nazionali di Roman Dmowski, filorusso e antitedesco, auspicò il crollo della Russia con l'aiuto tedesco per ottenere l'indipendenza polacca.
Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Piłsudski organizzò le legioni polacche che combatterono a fianco degli Imperi Centrali (Austria-Ungheria e Germania) contro la Russia. Il 5 novembre 1916 gli Imperi Centrali proclamarono l'indipendenza del Regno di Polonia, ma come semplice stato fantoccio da utilizzare in funzione antirussa. Nel 1917 Piłsudski ottenne un seggio nel Consiglio di Stato del nuovo regno, ma rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà, volgendosi così anche contro gli Imperi Centrali, che lo fecero arrestare e internare a Magdeburgo fino alla fine della guerra.
Nel novembre 1918, sconfitti gli Imperi Centrali, Piłsudski rovesciò il Consiglio di Reggenza da essi istituito per governare la Polonia e assunse la guida della nuova Repubblica Polacca. Con il Trattato di Versailles (1919) la Polonia ottenne il riconoscimento dell'indipendenza e inoltre l'acquisto della Galizia, della Posnania e di uno sbocco al mare (il Corridoio Polacco) con il porto di Gdynia. Nominato capo dello Stato (1919), Piłsudski cercò di costituire una federazione con lituani, ruteni e ucraini - il progetto Międzymorze - approfittando della debolezza russa: nominato comandante dell'esercito col grado di Maresciallo di Polonia (marzo 1920), invase l'Ucraina fino a Kiev (guerra sovietico-polacca). La controffensiva dell'Armata Rossa fu respinta alle porte di Varsavia grazie ad una manovra a tenaglia dell'esercito polacco presso un'ansa della Vistola (agosto 1920). Gli alleati occidentali (Gran Bretagna, Francia) si limitarono all'appoggio verbale. La guerra si concluse con il Trattato firmato a Riga, il 18 marzo 1921.
Dopo l'entrata in vigore della Costituzione parlamentare (1921) e la vittoria elettorale dei democratico-nazionali (1922), Piłsudski si ritirò dalla politica, ma vista la crescente tensione interna tra crisi politico-economica e conflitti etnici, attuò, ispirandosi alla marcia su Roma di Benito Mussolini, un colpo di Stato (14 maggio 1926) con cui assunse poteri dittatoriali. Sanacja (Risanamento) era il nome della coalizione politica creata da Piłsudski dopo il colpo di Stato. Cumulando le cariche di Primo ministro (1926-1928, 1930), ministro della Guerra (1926-1935) e capo di Stato Maggiore, governò dittatorialmente con l'appoggio dell'esercito, e nel 1935 promulgò una nuova Costituzione (democrazia articolata) che aboliva di fatto il sistema parlamentare. In politica estera, per salvaguardare l'indipendenza della Polonia dalle mire dei suoi vicini, cercò sempre di impedire il risorgere della potenza tedesca e dell'espansionismo russo: dopo l'ascesa dei nazisti di Adolf Hitler (gennaio 1933), sembrò volersi accordare con la Francia per una guerra preventiva alla Germania, ma poi concluse un patto di non aggressione con il Reich (1934). Morì di cancro a Varsavia nel 1935 e fu sepolto nella Cattedrale del Wawel di Cracovia.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo aver invaso il suo Paese e preso Cracovia, i tedeschi resero omaggio alla sua tomba.

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