Basilica Cattedrale metropolitana dei Santi Pietro e Paolo - Poznan - Polonia

La cattedrale dei Santi Pietro e Paolo è la cattedrale metropolitana della città di Poznań, situata sull'isola Ostrów Tumski a nord-est del centro storico della città.



A seguito delle ricerche archeologiche compiute nel 1946, è stato possibile rilevare come il primo edificio religioso, che sorgeva dove ora è ubicata la cattedrale, è del 968 ed era lungo, circa, 48 metri[1]. Questa prima cattedrale, dedicata a San Pietro, fu voluta dal re Miecislao I di Polonia, due anni dopo la sua conversione al Cristianesimo, e venne affidata al missionario vescovo Jordan, appena arrivato in Polonia.

Questa chiesa restò in piedi una settantina d'anni, fino a quando la reazione dei pagani e le azioni militari del duca Bretislao I di Boemia la distrussero nel 1039. Nel 1075 venne riedificata in stile romanico; oggi si conservano tracce di questo edificio nella torre meridionale.

Tuttavia nel 1347 venne iniziata la ricostruzione di una nuova e più grande cattedrale, l'odierna, secondo i canoni dell'allora dominante gotico. La struttura venne realizzata in mattoni, secondo l'uso tradizionale del Gotico baltico e venne dotata du una corona di cappelle attorno al coro.
A seguito dell'incendio del 1622, che apportò notevoli danni all'edificio, la chiesa venne rinnovata in stile barocco. Un altro grande incendio la devastò nel 1772 e la cattedrale risorse, questa volta in stile neoclassico.
Nel 1821 la cattedrale venne elevata a sede metropolitana da papa Pio VII e consacrata al secondo patrono Paolo di Tarso.
Un'ultima grave devastazione venne apportata dall'incendio del 15 febbraio 1945, durante la liberazione della città dai Tedeschi. Le strutture erano notevolmente danneggiate, e per la sua ricostruzione/restauro si decise di ritornare alle forme gotiche originali, utilizzando le parti superstiti della struttura trecentesca. La cattedrale venne riaperta al culto il 29 giugno 1956; nzl 1962 papa Giovanni XXIII la insignì del titolo di Basilica minore.









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